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E ALFIERI | 25 |
Per gl'immensi dominii, ovunque tocchi
Lo scettro di mio padre, ovunque afferri
La prora ispana, un àngolo non trovo,
Fuor di questo tuo seno, ove piangendo
Sollevar le mie pene...
Io non conosco
Filiali dolcezze, io sventuraro
Figlio d'un re.
Poco monta invero se il Don Carlo dell'istoria fu per avventura un giòvine rozzo e brutale, quando sotto il suo nome SChiller ci dona questa dolce poesìa, che rivela ignote e inaspettate miserie là dove il vulgo sogna perpetue felicità:
A me non vive
Sulla terra infinita una pietosa
Ánima, una pietosa ànima sola!...
Io non conosco
Filiali dolcezze, io sventurato
Figlio d'un re.
Se nonchè, e quasi senza èsserve richiesto, Carlo pròdiga a Posa il secreto dell'amor suo, che inoltre è già contaminato fin nella prima scena dal curioso Domingo:
Un terribile arcano è qui sepolto
Come fiamma racchiusa....
Raccapriccia, ma taci. - Amo mia madre. -
.....................................................
Questa via mi conduce alla demenza ...
Al patìbolo forse. È senza speme
L'amor mio - scellerato, - un'agonìa
Più crudel della morte; io tutto veggo,
Ma pure io l'amo! ...
Oh Rodrigo, un istante, un breve istantr
Solo con lei!