inspirazione, sciolta dai pregiudizi dell'esempio e dalle stringhe del precetto. Egli è ormai più di vent'anni che le menti si misero a peregrinare pei nuovi campi; epperò dovrebb'essere maturo il tempo di far savia rassegna delle dovizie nostrali e delle straniere, e di considerare se non sia migliore il consiglio d'abbracciarle tutte con più larga e generosa astrazione; poichè l'ingegno ha diritto di raccogliere da ogni parte le opere dell'ingegno, e di trattarle come sue tutte quante, senza divario di lingua, di tempo o di terreno.
Fra le tragiche avventure della vicina età, nessuna è tanto atta a destar terrore e meraviglia quanto la misteriosa e sciagurata fine dell'infante Carlo di Spagna. Figlio del più potente e temuto principe d'Europa, unico erede suo nei dominii dei due mondi, successore riconosciuto con solenne giuramento dalle Cortes in Toledo, promesso consorte prima alla figlia del re di Francia, poi a quella dell'imperatore di Germania, viene, nel fiore dell'età, fra il silenzio della notte, nella quiete della sua stanza e del suo letto, sorpreso fra il sonno e disarmato da uno stuolo di ministri e di guardie, fra cui coperto di corazza e d'elmo vede in faccia il torvo suo padre. Da quell'istante, intercluso dal consorzio de' suoi congiunti e de' suoi fedeli, vigilato a vista da uomini nemici e aborrit, messo al sindacato di tre giudici, che senza vederlo nè udirlo lo condannano per attentato di ribellione e di parricidio, viene da loro con infinita pietà raccomandato alla clemenza del padre. Il quale, rispondendo che il suo cuore ben gli consiglia il perdono, tuttavia, ad onta del paterno amore e dello strazio di così duro sacrificio, dichiara inevitabile la sua morte: e come la maggior prova d'amore che possa dare al figlio suo ed alla nazione spagnola, gli manda invito di prepararsi a morire, e confessarsi per l'eterna salute.
Correvano già sei mesi che il prigioniero stava divorandosi nella disperazione e nelle smanie d'un'anima fiera e indomita, quando due de' suoi giudici, Esponosa e Ruy Gomez, imaginandosi di sodisfare alle vere intenzioni di Filippo, se anticipavano a Carlo l'istante della morte, commisero al regio