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riuscisse minore quanto fosse possibile mi cascò in mente, che la scorza del sughero saria stata attissima al nostro intento. Prima perche se ne ritrova in gran copia qua in particolare ne’ nostri boschi d’Italia. Secondo perche questa materia si riscalda meno di tutte le altre. Terzo, questa si mantiene asciutta. Quarto, questa non viene penetrata da’ venti, e nel quinto luogo questa mirabilmente difende i corpi in essa rinchiusi da tutte le alterazioni esterne. E che questo sia vero ne abbiamo un bello, e chiaro riscontro vedendo noi l’uso del sughero, nel conservare la neve lungo tempo per rinfrescare il vino, e l’acqua nel tempo dell’estate. Ed io ho esperimentato, che la neve si mantiene nei gran caldi in simili vasi di sughero, piu che in altri di altra materia. E le scarpe stesse nostre solettate di sughero ci difendono i piedi nel tempo dell’estate dal caldo, e nell’inverno dal freddo, e dall’umido.
Mosso dunque da queste ragioni feci risoluzione di far fabricare un vaso di sughero, e riempirlo di grano chiudendolo bene da tutte le bande intorn’intorno per osservar quello, che seguiva in fatti, ed in esperienza: e posi in esecuzione il mio pensiero, avendo fatto fare un vaso di sughero capace di un rubbio, e mezzo, nel quale alli 20 d’Ottobre 1639 riposi il grano, il quale sin ora ci è stato sette mesi, e quello di piu, che è dalli 19 di Maggio fin ora che siamo alli
ne mai ha fatto motivo alcuno, ne di riscaldarsi, ne di generare tignole, ne altri animali, che si sogliono gene-