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Illustrissimo, e Reverendiss. Signore


Padron Colendissimo.


È

verissimo ch’il mio discorso intorno all’occhio, & al modo di farsi la visione, che mandai a V. S. Illustrissima i giorni passati, è imperfetto, e non finito, ma perche mi sono accorto, che tanto ci mancava a finirlo quella sera, che serrai la lettera, quanto, ci sarebbe mancato, di quà a cento, o più migliaia d’anni, se tanti io potessi continuare a scrivere intorno alla stessa materia, però mi è mancato l’animo, e cascata la penna di mano, & ho risoluto d’abbandonare l’impresa, bastandomi d’avere incominciato, se pure averò incominciato bene, e lascerò, che quelli tanto esosi alla grandezza di V. S. Illusstriss. arrivino al fine, i quali misurano la grandezza della Natura con la scarsa misura del lor cervello.

E vero che mi sono sovvenuti diversi altri particolari, ma perche molti di quelli si possono risolvere facilmente nel medesimo modo, e molti altri ricevono stabilimento maggiore da diverse altre proposizioni, però non sono passato più avanti colla mia scrittura; massimamente perche da principio intrapresi solo a scrivere a V. S. Illustriss. quello ch’aveva a quei due Illustrissimi Prelati miei Signori rappresentato.

Voglio aggiungere però, che non posso mai a ba-