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possa acconciamente servire il legno di qualche conifera quando si usi il debito accorgimento nella scelta; avvegnaché quel vantaggio, che a noi procacciano in tali bisogna l’abete, il larice, il cipresso, la piella, il tasso, per altri popoli è recato dal pino deodara, dal pino rosso di America, dal cipresso gaggia o di padule, dalle araucarie, dalle dammare e va dicendo.

Ricco qual è il legno delle conifere di materie ragiose abbrucia a meraviglia. Innanzi che s’introducesse l’uso delle candele (invenzione che risale al XIII secolo) del legno de’ pini sfesso per lo lungo valevansi gli antichi a guisa di torcie e fiaccole, la qual usanza serbasi tuttora in diverse contrade fra gli abitatori delle montagne. — All’ufficio di accender fuoco si prestano anche assai le pine del pinastro (pinus pinaster), dette perciò dal volgo nell’Italia centrale pine da caminetti.

E merita pure di essere avvertito un altro uso di sì fatte piante. Alcune di esse p. e. il tasso, il cipresso, la tuja reggono per modo alle potature da ricevere e ritenere agevolmente quelle qualunque forme, che il bisogno consigli, o voglia dar loro il capriccio, la fantasia, la moda: onde si riducono docili in siepi, in obelischi, in piramidi, in muri di verzura e in altre svariate foggie a vedersi bellissime.