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il catrame, tanto in uso per impegolare le navi e le corde, la pece greca o colofonia, la pece navale e di Borgogna buone per le saldature e per gli stucchi, il nero fumo, ed altri utilissimi prodotti.

Vantaggi ancor più rilevanti si ritraggono dal legno delle conifere non essendovene per verità di più adatto alle costruzioni de’ grandi edifizii e delle grosse navi, di quello che ci offrono il cedro del Libano, il cipresso, il larice, l’abete, tante sorte di pini, diritti che sono e sublimi di fusto, forti, tenaci, sprezzatori delle intemperie e degli anni.

Anche di questo gioverà qui dire quel che più rileva.

Di grande durata sotterra e fuori alle intemperie è il legno del larice, che riesce quindi mirabilmente acconcio per palafitte, per condotti d’acqua, per corpi di tromba, per coperture di tetti, e in ogni altra opera che debba, pur messa nell’acqua, conservarsi per molti anni incorrotta. L’uomo del Norte, l’alpigiano di larice si fabbrica la mobil casa, di larice le scivolanti slitte; e di larice vogliono sieno state quelle tavole famose pei miracoli di Zeusi, di Parasio, di Apelle, quando non era per anco nota l’arte di pingere sulle tele.

Nel vanto di resistere alle ingiurie del tempo può coi cedri e coi larici gareggiare il cipresso, che viene attissimo a quante cose sono volute a lungo conservare. »Le porte del tempio di Diana in Efeso, che per 400 anni si conservarono come nuove, e la