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vantaggi agli abitatori di quelle aspre regioni. Imperocchè sebbene alle piante di questa famiglia non si possa dare il vanto di fornire materie alimentari a intere popolazioni, come non può negarsi alle palme, ai banani, alle graminacee, alle artocarpee, hanno però quello di servire in vario modo ad altri primarj bisogni e comodi della vita. E però sono ben degne le conifere che noi ci occupiamo alquanto di esse. Affine di procedere con certo qual ordine gioverà mandar innanzi alle notizie, che riguardano gli usi a cui servono, quelle non meno importanti, che all’interno loro organamento si riferiscono. Cominciamo adunque dall’esame dei fiori.

Poco vistosi e di grande semplicità sono i fiori nelle conifere. In una medesima specie parte di essi recano solo le antere, parte gli ovetti soltanto: sì gli uni che gli altri crescono però d’ordinario su di uno stesso pedale, più raramente su due. Nè per varietà di colori, nè per fragranza notevoli, e mancanti di quella copia di leggiadri invogli, che fanno sì belli e gradevoli all’occhio i fiori delle altre piante, presentano anzi, specialmente nei maschi, tanta semplicità e pochezza delle parti, che in una conifera, giusta l’opinione di alcuni moderni Botanici, devonsi annoverare altrettanti fiori maschi, quanto sono gli stami. Questi poi crescono affatto nudi e spacciati, o veramente trovansi misti in qualche numero nell’ascella e nella inferior faccia di particolari scagliuzze. Dalla unione di parecchi