polline sul pistillo? Or bene: ad ovviarne i tristi effetti le piante aquajole al tempo della fecondazione sollevano fuor delle onde i loro fiori, li schiudono alla superficie di esse, poi li sommergono di nuovo quando il felice connubio è compiuto. Tale la ninfea o cappero di padule: tale la vallisneria, una delle piante più comuni nei nostri laghi e fossati, e insiememente delle più singolari pel modo con cui in essa appunto si opera la fecondazione. Perchè è da sapere, che nella vallisneria il maschio e la femina fioriscono sovra stelo separato. I fiori femine sono sostenuti da un gambo ravvolto in ispire elastiche, che di tanto si allunga, o contrae, di quanto l’acqua si innalza, o si abbassa. I maschi mancano quasi affatto di peduncolo, e stanno allogati presso la radice. Così parrebbe a primo aspetto tolta ogni possibilità di contatto tra i due sessi; ma che? ammirate provvidenza della natura! Nella stagione appunto degli amori i maschi, spiccandosi affatto dai sostegni loro, vengono a galla, si aprono, e spinti in varie direzioni dal vento incontrano i fiori femine, e loro si accostano per fecondarli. Ricevuto l’amplesso maritale, la femina ritorce il peduncolo in ispire più serrate, e ritira i grani da maturare sotto le onde. In altre di queste piante aquatiche, come in qualche specie di ranuncoli, una bollicina d’aria forma attorno al fiore una specie
di volta, sotto cui, come dice Martin, «amore celebra
le sue nozze anche di mezzo alle acque.»