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pronte son pur le femine ad accoglierlo con effetto.» E notisi ancora, che così fatte piante fioriscono d’ordinario prima di mettere le foglie, onde il polviscolo possa tanto più comodamente arrivare nel seno del pistillo. — A questo aggiungi essere il polline una materia cotanto sottile e leggiera, chè la più lieve auretta ha virtù di portarlo a grandi distanze. Certo i poeti cantando gli amori di Zefiro e di Flora vollero leggiadramente accennare alla parte importantissima, che nell’opera della fecondazione delle piante è dovuta al vento; onde il Mascheroni nell’invito a Lesbia:
«. . . . . . allorchè i furti
Dolci fa il vento sugli aperti fiori
Degli odorati semi, e in giro porta
La speme della prole a cento fronde.»
Non sempre però gli amori delle piante riescono sì agevoli e tranquilli come questi, che dipinge il poeta. «Mentre di fatto alle falde del monte un lieve venticello è bastevole a mantenere tra i fiori di vario sesso un dolce commercio di voluttà, fa d’uopo invece di tempeste e di uragani per maritare sovra alti scogli il cedro del Libano col cedro del Sinai, il palmizio di Tunisi con quello di Otranto.»
Ma di ben altri ancor più meravigliosi accorgimenti vediamo giovarsi la natura alla riproduzione de’ vegetali. Così, per esempio, chi non sa essere l’acqua grave impedimento all’azione del