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mento sì fatto torna sempre a scapito degli organi sessuali, dappoichè, dove tutti i medesimi di tal guisa si trasformino, il fiore ne diventa infecondo.

All’evidente testimonianza di questi ed altri fatti assai (che per brevità qui si taciono come meno importanti) qual’uomo sensato oserebbe porre in dubbio tuttavia l’esistenza dei sessi nelle piante? Porre in dubbio l’alto ufficio a che natura destinava questo stupendo apparato di stami e di pistilli? Sono adunque i fiori, giusta la felice espressione di Linneo «altrettanti talami, ove giovani amanti offrono incessantemente puri sacrifizj ad Amore.» Se non che identico nel fine, vario e diverso apparisce nei modi, onde si compie, questo sapientissimo lavoro della fecondazione, vario e diverso nei fenomeni dai quali viene accompagnato. Giovi adunque pur di questo toccar brevemente quel che più rileva. Ella è legge generale nel regno dei vegetabili, che la polvere fecondatrice del maschio arrivar debba immediatamente sullo stimma, perchè l’ovolo acquisti facoltà di germinare. A tale oggetto basta alle volte la sola forza con cui scoppia l’antera, sicchè la polvere possa almeno in parte diffondersi sulla stimma; ma la relativa posizione di quegli organi in alcuni fiori è tale, che sembra a prima giunta essere anzi contraria a così fatto scopo. In somiglianti casi la natura accorre pronta al rimedio con ben acconci provvedimenti. In generale serbano posizione ritta quei fiori, che