E si vede per esperienza, che i fiori mancanti di pistillo cadono senza dar frutti, e i pistilliferi non legano, se non collocati in vicinanza dei maschi di piante affini. Così, se ad un fiore ermafrodito tagliate gli stami avanti, che si aprano le antere, il pistillo rimane infecondo; né mai porta semi per difetto di polline, che la impregni, una specie dioica, della quale non si possegga, che l’individuo femineo. Trovate un maschio, e poneteglielo accanto, e non starà guari a dar frutto. — Si recidano alle piante monoiche tutti i fiori maschi, innanzichè siasi operato il loro aprimento, e tosto ne sarà impedita la fecondazione. Ben di ciò fanno fede gli agricoltori, che attestano per fatto costante, come le grosse pioggie, che sopravvengono in sullo schiudersi delle antere, turbando l’azione del pulviscolo, mandano a male il ricolto dei grani. — E ponete pur mente al fatto degli ibridi. Allorché due specie non identiche si fecondano a vicenda, il seme, che risulta da questa fecondazione, ci dà un individuo, che non ritrae nè l’uno, nè l’altro dei genitori, ma tiene un non so che d’entrambi. La quale mescolanza di caratteri, altri appartenenti alla pianta che ha somministrato il polline, altri a quella che ha fornito gli ovoli, dimostra, che vi ebbe reciprocanza d’azione. — Sonvi poi dei fiori, quali le rose, i garofani, i ranuncoli, gli anemoni, le violaciocche, ed altri molti, che possono essere abbelliti dalla coltura coll’indoppiamento dei loro petali. Ma un abbelli-