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tempo immemorabile che per maturare il frutto del dattero e del pistacchio fa di mestieri, che gli individui maschi sieno collocati in vicinanza degli individui femine. — Troviamo in Erodoto che a suoi tempi gli Egizj agevolavano la fecondazione del dattero introducendo al tempo dello sbocciamento alcuni ramoscelli carichi di stami nelle spate dei fiori pistilliferi, la qual pratica è ancora seguita sulle coste settentrionali dell’Africa, e per tutto l’Oriente. » — Teofrasto accenna pure a questo fenomeno in più luoghi, come là, dove parla del ginepro e della sterilità dei fiori doppj. — Nè certamente il grande scolaro di Aristotile era il solo fra gli antichi, che, a così dire, divinasse questa meravigliosa disposizione della natura. Si può egli difatti mostrarne più vivamente il presentimento, di quel che si faccia Plinio, quando rapito all’aspetto dei fiori ti esce in questa esclamazione? « Ah sì i fiori sentono anch’essi la possanza degli amorosi desii, e quelle vaghe corolle, che voi ammirate, formano la gioja dell’albero che le produce. »! — E a chi non sono noti quei versi di Claudiano?
Vivunt in Venerem frondes, omnisque vicissim
Felix arbor amat: nutant ad mutua palmae
Foedera; populeo suspirat populus ictu
Et platani platanis, alnoque assibilat alnus.
All’epoca del risorgimento delle lettere il Pontano descrisse in versi elegantissimi gli amori di