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della favola, che procrea figli e li divora, simboleggia appunto questo principio vitale, questo, che dirò spirito vivificatore della materia, il quale trapassa incessantemente da corpo a corpo, e di tanto scema agli uni di vigoria di quanto ad altri ne comunica, conservando per tal guisa, a spese degli individui caduchi, la specie imperitura: con sì fatto ordine e modo, che pur esso sempre tramutandosi, nè specie alcuna scompaja, nè alcuna soverchiamente moltiplichi a scapito di altre diverse, e squilibrio dell’universale economia. — V’ebbero, valga il vero, specie ne’ tempi antistorici, che andarono per sempre perdute, ma di quelle, che gli antichi ricordano, niuna si è spenta, nè di quelle, che esistono oggidì, niuna si spegnerà, finchè non si rinnovi alcuno di que’ grandi cataclismi, che mutando faccia alla nostra terra, travolsero già quelle prime nella loro rovina. — Vita, organizzazione e riproduzione sono cose tanto intimamente collegate tra loro, che l’una non si può concepire disgiunta dall’altra, nè per altro aspetto la somiglianza e affinità tra gli esseri del regno animale e del vegetabile, sebbene differiscano tanto di struttura e di forma, si appalesa così certa e chiara, come appunto in questa facoltà, che hanno comune di potersi colla riproduzione perpetuare. Ed anche i modi e le leggi con cui questa riproduzione si effettua sono al tutto somiglianti, se non vogliamo dire i medesimi. Imperocchè la riproduzione sessuale, e