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e movimenti più segreti, e più misteriosi, che lo stesso grembo del fiore cela al nostro sguardo.

Tra non molto vi condurrò in mezzo a questa amabile famiglia ad ammirare le splendide scoperte della scienza, quando vi farò assistere a quella grande e arcana operazione della natura, a cui diedero i botanici il grazioso nome di nozze delle piante. Per ora basti avervi mostrato, come la sfuggevole vita dei fiori divenir possa oggetto di profonde meditazioni pel filosofo. E qual sarà penna, e lingua sì eloquente, che valga a tratteggiare pure in iscorcio i tanti altri pregi di cui brillano i fiori? L’incanto che essi spargono intorno a sè ha qualche cosa di così celeste, che può ben essere sentito, non espresso a parole. Generalmente graditi allo sguardo per eleganza e simmetria di forme, per finezza di tessuti, per morbidezza e vivacità di colorito, piacevoli all’odorato per olezzo soave, i fiori, più che ogni altra parte del vegetabile, attraggono la curiosità e la simpatia dell’uomo. Quali soavi emozioni, quanti pensieri diversi, non sempre lieti, ma pur sempre delicati, non desta questo nome di fiore in animo ben fatto e gentile? Sono i fiori che annunziano la primavera; sono essi l’immagine più cara, più ridente della giovinezza; essi il simbolo degli affetti più puri. Di fiori si adornano le chiome della vergine sposa, di fiori si sparge il talamo nuziale, di fiori l’ospital mensa si abbella. Non pare compiuta la gioja di una festa, nè abbastanza