Pagina:Alcuni discorsi sulla botanica.djvu/35


27

furore gli umani interessi, distruggendo in esso i pregiudizj e gli errori; e procurandogli quella pace del cuore per cui l’uomo è contento di sè, e di sè stesso diviene amico. Sono pel vecchio grave di anni una sorgente delle più soavi rimembranze; un argomento alle più serie meditazioni sulla suprema Cagione delle cose, verso cui tanto più fortemente è mosso a sollevare lo spirito, quanto si curva più verso terra debilitata la persona. — Non è pertanto a meravigliare, che la botanica abbia destato in ogni tempo, e presso tutti i popoli, e in tutte le condizioni, amore e studio grandissimo; che potenti personaggi vi abbiano cercata una distrazione alle cure affannose, retaggio ordinario della grandezza; e gli sfortunati un sollievo alle angustie della avversa fortuna. «Non fa meraviglia se in essa trovarono un abbellimento ai loro ozj il sesso gentile, e coloro, che una sorte indipendente rese felici: e se più di un genio sublime, disgustato dalle astratte speculazioni di una vana filosofia, scese a cercare nelle invariabili leggi, che reggono la vita del vegetabile, un più sicuro terreno alla bramosia di sapere.» E qual lunga serie vi potrei qui enumerare di appassionati cultori dell’amabile nostra scienza, e appassionati per modo da postergare per essa ogni altro piacere della vita, e andar incontro a pericoli, a disagi, a certo martirio! Quanto peregrinar di taluni, di molti su per l’erte montagne, sotto a profonde vallée, per