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Resta per ultimo che io dica, perchè mai, mentre pur vedeva la pochezza di queste ciarle, mi arrischiassi nondimeno a sottoporle al pubblico giudizio. Era, per vero dire, mio fermo proposito, che esse non dovessero uscire giammai dalle aule universitarie, ma dappoiché, cedendo alle gentili insistenze di dotto Personaggio, al quale per sentimento di stima e di riconoscenza nulla avrei potuto negare, ho permesso, che alcuna di esse venisse alla luce, però sotto il velo dell’anonimo, in un riputato periodico di Milano, e a quanto parve, non si fe’ loro malviso, presi animo a tentare per tutte insieme queste orazioncelle la terribile prova della stampa, nella speranza, che il publico abbia a far loro quella benevola accoglienza, di che onorava le maggiori sorelle.