Pagina:Alcuni discorsi sulla botanica.djvu/188

88

che le femmine non facciano più frutto. E tanto può in loro il sentimento di Venere, che hanno trovato gli uomini come una forma di coito spargendo sulle femmine il fiore e la lana del maschio, e talora anche la polvere sola.» Ma basti oramai di così fatti particolari. Vediamo piuttosto quali siano i meriti di Plinio considerato come naturalista. Grande dissenso è tra i dotti a questo riguardo. A lui toccò quella sorte medesima, che incontra di solito agli uomini straordinarii, di dover essere cioè quando esaltati oltre il merito, quando contro ogni ragione gittati nel fango. I critici fanno rimprovero al Naturalista di Como di mancar d’ordine e di metodo nella trattazione delle materie, di troppa fretta nel compilare, di cieca credulità nell’accogliere assurde favole già riprovate da suoi predecessori, di avere per vaghezza dello strano e del meraviglioso cavate le notizie da libri spregevoli postergando i migliori, di non saper sceverare il vero dal falso, quello che era da scartare, perchè inutile o incerto, da ciò, che solo meritava di essere tramandato alla posterità, di errare assai spesso nella interpretazione dei Greci, di non aver saputo discernere il mito dalla realtà, di ripetersi e contradirsi. Anche lo accusano di mal talento per avere tolte assai cose da Dioscoride senza pur nominarlo. Ma come da questa taccia può purgarsi ammettendo col Mayer, che Dioscoride e Plinio abbiano attinto alle stesse fonti, d’onde la concor-