raviglioso intorno gli usi, le qualità, i prodotti dei vegetabili conosciuti a suoi tempi, gli vien fatto di leggere negli scrittori antichi e contemporanei, o anche solo di udire dalla bocca del popolo. Dal libro duodecimo al decimosettimo della sua storia Plinio tratta degli Alberi, nel diciottesimo dei cereali, nel decimonono degli erbaggi, nel vigesimo primo delle piante pregevoli per la bellezza del fiore, come le dicevano i Romani coronarie, dal 22.° ai 27.° delle erbe medicinali. Affinchè però possiate farvi un concetto più preciso del modo, onde la materia è svolta dal nostro autore, non vi sia discaro, che io entri a questo riguardo in qualche particolare. Nel libro duodecimo, che è il primo consacrato alle piante, Plinio, dopo uno splendido elogio degli alberi, si fa a ragionare partitamente di quelli, i quali crescono in paesi forestieri, e innanzi ogni altro del Platano. Narra d’onde e quando quest’albero fosse recato a Roma, e molte cose prodigiose sa dire di esso. «Questo albero per lo mare jonio fu prima portato nell’isola di Diomede (ora isola dei Tremiti) per fare ombra alla sua sepoltura, di poi condotto in Sicilia, e di là donato all’Italia fra i primi alberi stranieri.» Passa quinci in rassegna ad uno ad uno gli alberi aromatici delle Indie, del paese Ariano, de’ Gedrosii, dell’Ircania, de’ Battriani, della Persia, dell’Arabia Felice, della Siria, e tesse particolarmente la Storia dell’ebano, del fico d’India, dell’albero Pala, del pe-