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sola sua storia naturale Plinio travagliò 20 anni, consultò ben 480 autori, fece lo spoglio di più che duemila opere; quasi non è scrittore greco o latino, vuoi fisico, vuoi medico, geoponico, vuoi anche magico, dal quale non abbia egli attinte notizie fedele a quel suo detto, non esservi libro tanto cattivo, d’onde non si possa apprendere taluna buona cosa. Udiamo quello, che egli stesso ne scrive a questo riguardo nel proemio. «Ho ridotte in 36 libri 20 mila cose degne di essere sapute (da formare più presto tesori che non libri), tratte fuori da intorno a duemila volumi, dei quali pochi son tocchi dagli studiosi per rispetto della materia non comune, e da cento autori esquisiti, con la giunta d’assaissime cose, le quali i primi non seppero, e l’ingegno ha trovate poi.» Delle 37 parti, onde si compone l’enciclopedia, sedici sono dedicate alla botanica, e di queste principalmente è mio debito qui favellarvi. Mi dilungherei oltre misura se volessi fare una enumerazione anche sommaria delle materie trattate in quei sedici libri. Toccherò solo di volo quello, che più importa nel caso nostro. Anzi tutto giovi avvertire, che Plinio per l’indole stessa del suo ingegno più propria al compilare, che alle filosofiche investigazioni, poco o punto si cura delle cose generali, che riguardano la vita e l’organizzazione delle piante. Però è tutto in cercare, in raccogliere, registrare quanto di vero, di probabile, di me-