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giorni. Se nonchè l’autore stesso ci vuole avvertiti, non doversi pigliar la cosa a rigor di termini, troppe essendo per tal rispetto le eccezioni e le anomalìe. Gli alberi poi spartisce in domestici e selvatici, sterili e fruttiferi, con foglie persistenti e caduche. I vegetali erbacei divide in erbaggi propriamente detti, ed in piante cereali, succolente, ed oleaginose. Quanto alla struttura del tronco legnoso ce ne divisa le molte differenze di consistenza, di altezza, di ramificazione, distingue i tronchi sodi e duri dai molli e sughosi, i forniti di spine da quei che ne mancano, i tigliosi facili a sfendersi e a lavorarsi da quelli, che tali non sono. La corteccia ti fa composta di due membrane, l’una superiore od epidermica, l’altra inferiore, interna o principale. Quella insegna poter cadere senza danno dell’albero, ed essere surrogata da una seconda congenere, che sotto le cresce, non così la corteccia principale, se ne eccettui lo sughero. Non gli sfugge ancora, che la scorza liscia e sottile del giovane sughero coll’andar del tempo divien grossa e bugnosa. Negli strati del legno la compattezza va decrescendo quanto più sono presso alla scorza, gli interni essere i più puri e tenaci; e poichè sul legno si regge la pianta vuole questo si paragoni alle ossa degli animali. Nel midollo ravvisa niente meno che il cervello della pianta, il germe delle nuove produzioni, la sede dell’umore fondamentale, del calore innato. Non ignora, che il midollo