nell’ottavo si tratta dei cereali, nel nono dei sughi, delle gomme, delle resine, per ultimo nei frammenti, che ci restano del libro decimo, si ragiona delle radici officinali. A tutti senza dubbio passa innanzi per importanza il primo libro, che ne porge ne’ suoi più minuti particolari l’organamento delle piante, che è quanto dire, per usare il linguaggio del giorno, un breve trattato di Notomia vegetale. Qui ti sono poste le basi di quell’ordinamento o classificazione, come noi diciamo, che l’autore viene seguitando nel corso dell’opera. Eccone per sommi capi la sostanza. Nel vegetale Teofrasto distingue anzitutto gli organi interni dagli esterni. Fra questi ultimi colloca la radice, il caule, i rami, le gemme, la foglia, il fiore, il pedunculo, i viticci. Tali parti, che però non si trovano riunite tutte in tutti i vegetali, non sono omogenee, ma risultano di altre più semplici la scorza, il legno, il midollo, le quali alla lor volta sono composte dagli organi interni il parenchima, i nervi, le fibre, le vene. Non è sì facile conghietturare quale siasi propriamente il significato speciale, in che vuole intesi codesti vocaboli di fibre, di vene, di nervi, tanto confuse e contradditorie le applicazioni, che suol farne descrivendo le varie parti del vegetale, avvegnachè indichi con un medesimo nome promiscuamente i fascetti fibro-vascolari del legno, i vasi spirali, i vasi proprj, i condotti resiniferi, le fibre corticali. Ne di questo si vuol far le meraviglie, dappoichè