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Ad Aristotile segue immediatamente Teofrasto nato ad Eresia nell’isola di Lesbo, scolare da prima di Platone, poi dello Stagirita. Teofrasto scrisse sulla botanica di molti libri, dei quali quelli giunti fino a noi compendiano a così dire tutto il sapere fitologico degli antichi. Principalissima fra le opere di botanica del nostro filosofo si è l'Istoria delle piante, la quale componesi di 9 libri, ed è modellata sulla storia degli animali di Aristotile. Ma facciasi luogo al vero, sebbene il discepolo si studii di camminare sulle orme del maestro, non sempre gli riesce. L’altra, che si contiene in sei libri, discorre delle Cagioni delle piante, come dice il titolo. Tale e tanta è l'importanza di queste opere, che stimiamo porti il pregio nell’interesse della scienza di scendere per esse ad alcuni particolari. Al che tanto più volontieri ci accingiamo, in quanto che ben sono sulla bocca di tutti i botanici, ma pochi le hanno lette, pochissimi meditate come si vorrebbe; d’altra parte compiuti volgarizzamenti di esse, che io sappia, non abbiamo in nostra lingua, e i sunti che ne diedero l'Haller, lo Sprengel, il Cuvier, e recentemente il Mayer non sono tali da soddisfarci appieno.
Nel primo libro adunque delle Istorie si parla delle parti della pianta, nel secondo della semina, e generazione di esse, nel terzo e quarto degli alberi, discorre il quinto degli usi e delle bellezze loro, il sesto dei suffrutici, il settimo degli erbaggi,