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A Voi, generosi giovani, consacro questi discorsi per Voi espressamente scritti, nella speranza che l’aperto favore, onde li accoglieste dalla viva voce, non debba loro venir meno ora, che sotto gli auspici vostri escono per le stampe alla luce del mondo. Crederei far torto alla gentilezza degli animi vostri se mai dubitassi, che Voi possiate non aggradire un dono, che, piccolo in sè e troppo inadeguato al debito mio, è non pertanto il maggiore che io vi possa dare a testimonianza dell’affetto grande, che a Voi mi lega, e della profonda riconoscenza che io vi professo.
E valga il vero a Voi, Giovani Egregi, vo debitore delle più nobili consolazioni della mia vita. Segno da più anni ai segreti assalti d’uomini sleali quante volte non ebbi altro conforto alle amarezze e ai disinganni, che la mia coscienza e il favor vostro! Volge oramai il quinto lustro, dacchè ho l’onore di attendere alla vostra Istruzione, e in sì lungo