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memorie della botanica, o vogliamo dire tesserne in iscorcio la Storia, gli è quanto indagare quella traccia misteriosa, sulla quale si è venuto mano mano costruendo e perfezionando questo nostro scientifico edifizio, che ora si presenta come un lutto compiuto e bene architettato.

Ma innanzi che io entri in materia mi giovi ricordare, non essere intento mio di stendere a rigor di termini la Storia compiuta delle condizioni e vicende di questi nostri studj. Altro non mi propongo che tracciarne per sommi capi le epoche più luminose, contento ad accennare quei fatti soltanto, che ai progressi di questa scienza tornarono, causa od occasione che fossero, più profittevoli, e ricordare le cose necessarie a sapersi da chi voglia tener dietro nel corso dei tempi all’andamento di questi studj importantissimi ai quali mi sono dedicato.

Nulla di nuovo o giovani, nulla di recondito e peregrino vi saprò dire forse mai, e meno ancora in sì trito argomento. Ma tuttavia oltre all’utile, oltre quel secreto piacere, che sempre accompagna le ricordanze del passato, soddisferemo insieme anche ad un debito di riverenza e di gratitudine verso quei sommi, che ci furono autori e maestri di tutto che sappiamo. E voglio sperare e n’ho fiducia, che il gran nome di loro, la fama a cui sono saliti, l’aureola immortale che li circonda, non abbiano a lasciare freddo e indifferente il vostro animo