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antico di Roma, nel quale una iscrizione etrusca in caratteri di rame indicava fino da quai remoti tempi fosse stato quel leccio oggetto della pubblica venerazione. Tassi (Taxus baccata) di 2000 e perfino di 3000 anni si trovano anche oggidì alle isole Brittaniche. E Labillardière ne’ suoi viaggi in Siria propende a credere che alcuni cedri da lui veduti sul Libano potessero ben essere dei tempi di Salomone. Al castagno dell’Etna, che ho menzionato più sopra, danno i botanici da 3600 ai 4000 anni. Nella zona torrida intere foreste di Cesalpinie, di Swietenie, di Imenee sono per avventura giusta la felice espressione di Humboldt monumenti di più migliaja d’anni. Ma su quanti alberi produce la terra per longevità ha la palma incontrastata quel Baobab del Senegal (Adansonia digitata) chiamato per antonomasia l’albero dei mille anni. Basti il dire che Adanson calcolò che alcuni Baobab da lui veduti non potevano contar meno di 5200 anni di vita, cosa da rimanerne confusa e spaventata l’immaginazione più ardita, dappoichè non dirò la guerra di Troja, e le Piramidi d’Egitto, ma tutti ancora gli Imperi che si fondarono in Oriente sarebbero di lungo posteriori al primo sorgere di questi Titani della vegetazione.
E sarà chi stupisca veggendo come il carattere monumentale di esseri così giganteschi eccitasse mai sempre negli uomini un sentimento profondo di rispetto, una specie di culto religioso? La Dra-