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Ma vedi beneficio ancor più mirabile, che meglio accenna la infinita provvidenza, poichè e gli uomini abbraccia, e la natura tutta quanta collegandosi colle leggi cosmiche. Schermo poderoso contro il rigor degli aquiloni gli alberi rendono meno inclemente il Cielo delle terre settentrionali, servendo di riparo al freddo; arrestano le nubi e le sciolgono in acqua mercè l’attrazione delle foglie, dando così origine alle fontane ed ai ruscelli. Coll’intreccio delle radici rendono consistente il terreno sciolto e sabbionoso, sicchè vi possano allignare più dilicate piante. Dalle loro parti verdeggianti esalano nuovamente nell’atmosfera le sostanze gazose necessarie alla vita degli esseri organizzati, i quali, perchè l’uno all’altro non iscemi un’alimento da troppi disputato, le più volte si eleggono a così dire quello appunto che dagli altri è respinto, per guisa che le molteplici famiglie dei viventi vivono sullo stesso suolo in bella fratellanza.

E tanto basti a dimostrare l’utilità grande degli alberi. Rimane che si ragioni di quelle altre loro qualità, che mentre rapiscono a maraviglia l’immaginazione del poeta, porgono argomento al filosofo di meditare. E qui primeggiano per mio credere quelle due, onde gli alberi vanno distinti da ogni altro gruppo di vegetali, vo’ dire la quasi incredibile longevità, e la grossezza smisurata cui possono arrivare.

In tutti i gruppi di piante arboree, si trovano,