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tra l’una e l’altra specie di alberi, egli è non pertanto indubitabile, che ci corrono tra loro tali somiglianze, e analogie si fatte, che non pur possibile, ma utile ancora torna studiarli dapprima tutti insieme, e ridurli tutti ad un solo e vasto concetto generale. Considerato di tal maniera il gruppo degli alberi, come quello che in se comprende le forme più belle, più robuste, più durevoli del vastissimo regno di Flora, non può non essere riputato degno di fissare in ispecial modo l’attenzione del naturalista. Imperocchè o si guardi ai vantaggi senza numero, che gli alberi arrecano ai tanti bisogni dell’umano consorzio, o si guardi all’importanza grandissima, che hanno nella generale economia della natura, o solo alla bellezza e magnificenza delle forme, alla durata portentosa, di che molti fra loro hanno vanto, qual’altro ordine di piante si troverebbe, che possa comechessia venire con essi al paragone? Qual’altro, che si meriti al pari di esso la nostra ammirazione, e sui per dire la simpatia, e l’affetto nostro? Arroge: la storia di certi alberi cammina per modo di pari passo con quella dell’uomo, che non se ne può separare senza oscurarla. Per essa si ricordano tali e tanti beneficii, che gli alberi recarono all’uomo sotto le più diverse plaghe, che non è meraviglia, se molti popoli nella loro riconoscenza giunsero perfino a tributare ai più utili e più belli di essi, quegli onori e quel culto religioso, che l’antichità pagana soleva rendere