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suo talento, si appianò la strada ad imprese difficilissime, seppe render celebre il suo nome in Italia e fuori, e riuscire un emulo dei gran meccanici Loriot in Francia, e Zabaglia in Roma. A Bartolommeo Ferracina dobbiamo macchine di ammirabile semplicità e di uso comune, invenzioni prodigiose in idraulica, operazioni fortunate per soggettare a costanti leggi fiumi e torrenti; e la nuova costruzione di questo nostro deliziosissimo ponte, dopo che una subita innondazione avea strascinalo seco il Palladiano. Sul ponte, sull’innondazione, sull'artefice, sugli ordigni inventali per una spedita ricostruzione cantò l’abate Giuseppe Tommasi, paesano del Ferracina, e già rettore del Seminario di Feltro, una delicata Elegia latina, che meritò di essere recata in versi sciolti italiani, in numero pari ai latini, da Natale Lastesio, uomo di quel fino gusto che a tutti è noto1.

  1. Sta in fine al Verci, Elogia di Bartolommeo Ferracina, Venezia, 1777, in 8. Distrutto il Ponte nelle ultime guerre, fu ricostruito per opera di Angelo Casarotto, ingegnere, che ottenne dai Bassanesi una grande e bella medaglia d'oro, coniata per opera del celebre artista Putinai in Milano, in premio e delle perfetta riuscita del nuovo la-