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54 narrazione


se io temo che, affidandovi troppo all’amabile vostra ingenuità di carattere, non abbiate riflettuto abbastanza che tanto le lodi quanto le censure possono partorire odj acerbi, e che egli non è poi a fidarsi molto della filosofica gentilezza del secolo. Torniamo dunque agli uomini morti, e avviciniamoci al fine. Scegliendo coloro che si procacciarono maggior rinomanza, quantunque non siano i soli ottimi indegni bassanesi, ed ommettendo di far menzione di Baldassare Remondini, dottissimo vescovo del Zante; del P. Gaetano Maria Travasa oratore e storico; del P. Gio. Francesco Scottoni, valente agrario; dell’ab. Antonio Golini, delizioso scrittore di lettere; de’ dottori Giovanni ed Antonio Larber, valenti medici; del canonico Sebastiano Pagello, poeta e grecista di molto polso, ricorderò qui tra gli scrittori un abate Roberti ed un Verci. tra gli artisti un Volpato, e tra i meccanici un Ferracina. E da quest’ultimo incominciando, bea si avvisò certamente l’abate Roberti, il quale eccitò i suoi concittadini ad erigere in questa città un pubblico monumento di onore a quel fabbro nato nella suburbana villa di Solagna, che, digiuno di ogni studio, e colla forza del