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de' bassanesi illustri. 51


tenza non è mia, ma di molti odierni conoscitori, i quali raffinarono il loro gusto sugli esemplari dell’immotale Canova, di quel Canova, che quasi chiamerei conterraneo nostro, avendo avuto i suoi natali in Possagno, villaggio otto miglia di qua distante, e sulle orme del quale tenta ora di camminare da valoroso giovane Antonio Bosa, nostro bassanese scultore, domiciliato in Venezia1.


    que abbia forme e musculature assai risentite, e possa piuttosto considerarsi la rappresentazione di un malfattore che si contorce fra i tormenti, che quella di un martire sofferente di amor divino, è tuttavia opera classica e studiosissima. Il torso e la giacitura del collo dimostrano quanto lo scultore studialo avesse la famosa statua del Laocoonte in Roma, e la testa del santo ha quella nobile espressione di cui un gran pittore veronese, il Caroto, ne offre l'esempio nel santo medesimo da esso dipinto in una tavola d'altare che vedesi nella chiesa di S. Fermo. Basterà l'esame di questa opera del Marinali per riconoscere che non è punto esagerato quanto si asserisce sul merito del nostro artista.

  1. La bella statua rappresentante una Flora, scolpita pel conte Giuseppe Perli Remondini; quella rappresentante l'Armonia scolpita per Bernardo Silvetti di Verona; una Baccante, che tuttavia serbasi nel suo studio e monumenti marmorci innalzati in Trieste, sono opere studiatissime che gli procacciano molta fama.