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ad opere pubblicate 373

oggidì uno di que’ valorosi a cui l’Italia dovesse al fine la più commendevole edizione dei Canti dell’Alighieri, Suntuose stampe recenti ne abbiamo nelle quali ora spicca l’arte tipografica, ora la calcografica, ora la varietà dei commenti; ma tutto ciò non basta a darci l’opera in guisa tale che altro non resti a desiderare. L’edizione del Canzoniere, fatta dal valente professore Padovano, v’invogli alla difficile, ma bella impresa, e v’invogli eziandio il conte Francesco Amalteo Opitergino, ed il signor Emmanuele Cicogna, nostro comune amico, uomini periti nelle cose del bel parlar gentile, a dare vita alle tante fatiche che hanno spese intorno al Decamerone; e così dovrassi agli uomini studiosi nati sotto il cielo veneziano la più degna pubblicazione dei padri della italiana letteratura. Il Tasso e l’Ariosto debbono essere grati a due bergamaschi, il Serassi e il Morali, del miglior tipografico onore ch’abbiano mai avuto. Il Petrarca e Laura già si movono dall’Eliso per venire a baciare in fronte il professore Marsand che li ha di tanto cospicua veste abbelliti; e Dante e il Boccaccio si apparecchino ad essere riconoscenti allo Scolari el al Cicogna, per opera dei quali possono promettersi