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ed una spezialmente riuscì molto solenne nell’anno 1451. Compose un bellissimo Dialogo in difesa del gentil sesso, pubblicato da Aldo nel 1563. Grande encomio di lei fece Ermolao Barbaro; scrisse l’elogio suo in versi latini Mario Filelfo, figliuolo del borioso Francesco; Costanza da Varano la amava e teneala a sua consigliera; ed il gran cardinale Bessarione fu a bella posta a Verona per lo piacere d’intrattenersi seco in conversazione.

È incerto l’anno della sua morte, che alcuno segnò al 1466 quando contava circa 48 anni. Dopo che Scipione Maffei si prese cura di raccogliere le sue notizie, altri valentuomini, come il padre degli Agostini, il Mittarelli, il Crevenna, furono lieti di poter pubblicare qualche suo opuscolo; e dobbiamo al Tiraboschi e ad altri storici la notizia, che le biblioteche di Modena, di Milano, e la Regia di Parigi serbano tuttavia scritti inediti d’Isotta; per lo che è da far voti che una qualche sua concittadina, oggidì fiorente per ispirito e per cultura, divenga raccoglitrice di tali scritti, e onori sè e la patria arricchendone la repubblica delle lettere.