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286 discoro sul fior di rettorica


po’ attentamente alcune facce di quel libro poteano saltargli all’occhio assai presto le molte sue scorrezioni, e farnelo diffidente. Ma questa inavvertenza non sarà poi altro che un peccatuccio che resta a gran dovizia purgato e cancellato dalle tante altre sue santissime letterarie virtù.

Ma prima la trave dell'occhio suo, che la festuca di quel del prossimo, dee l'uomo trarre, scriveva quell’allegro vecchio di Franco Sacchetti, ed io avrò bisogno di questa evangelica correzione ora che parlerò dell’opera da me prestata per far rivivere fra Guidotto. Sappia se non altro il lettore di quali mezzi mi sono provveduto, e come il mio, qualunque siasi, lavoro è oggidì consegnato alla stampa.

Tre differenti codici di questo libro si serbano nella regia Biblioteca Marciana, ma tutti molto diversi tra loro, che già tali opere si trasformavano ogni giorno, e ogni copiatore cercava di farle sue. Due furono i codici esaminati in Firenze dal Manni, scritti nel 14oo e nel 1410, ne’ quali però non trovasi nominato mai fra Guidotto, ed il leggersi in uno di essi questa postilla: Libro recato a certo ordine per messer Bono di messer Giambono