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264 | le principali geste |
don Chisciotte a raccontare cose, che Sancio, uomo di goffa mente, ma di retta coscienza, non poteva menargli buone.
La ventura del Burattinaio.
Era già don Chisciotte incamminato per Saragozza quando trovò in un’osteria maestro Pietro burattinaio, che girava l’Aragona mostrando al naturale la istoria di Melisendra liberata da don Gaiféro, e portando con sé
uno scimmiotto ch’era un portento. Nel passatempo apprestato per la sera medesima dell'arrivo di don Chisciotte, maestro Pietro nello spiegare la istoria andava dicendo: Osservino di grazia le signorie loro quanta e quanto bella cavalleria esce dalla città, e va ad inseguire i due amanti: ho gran paura che sieno raggiunti e che sieno fatti tornare in corte strascinali a coda di cavallo. Pareva a don Chisciotte di vedere i combattenti, di udire il calpestio dei cavalli; e per prestare aiuto ai fuggitivi si rizzò all'improvviso, e disse: Non consentirò mai che si facciano superchierie ad un amante e cavaliere come fu don Gaiféro: fermatevi, date indietro, malnata canaglia, non lo inseguite, né sieno tocchi