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di don chisciotte. | 251 |
La Carità di Sancio Ponza.
Tra le prime prodezze di don Chisciotte, quando venne creato cavaliere errante, una fu quella di disciogliere certo garzonotto di nome Andrea, che il suo padrone avea legato ad una quercia, e ehe batteva siccome reo di ladronecci. Il giovane, dopo molto tempo, trovò
per azzardo don Chisciotte e gli abbracciò tosto le ginocchia come a suo liberatore. L’eroe narrò allora colle frange a Dorotéa e a’ suoi compagni le prodezze usate a favore del medesimo; ma questi, più veritiero, soggiunse che don Chisciotte non aveva fatto che irritare di più il suo padrone che lo avea poi per vendetta reso un s. Bartolommeo scorticato. Replicò don Chisciotte che sarebbe volato a fare le sue vendette, ma Dorotéa lo scongiurò perché ciò rimettesse al ritorno dal
regno di Micomicone. Andrea confinossi a chiedere qualche limosina per cavarsi la fame, e don Chisciotte faceva il sordo, ma si mosse Sancio a compassione, e, cavali di saccoccia pane e cacio, e datili al garzone, gli disse: Piglia, fratello Andrea, questa porzione di pane e di cacio, che ti regalo. Dio sa quanto