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di don chisciotte. 249


Dorotéa genuflessa avanti a don Chisciotte.


Era Dorotéa una scaltra giovane di contado, per istrane vicende di amore passata a rifuggirsi in Sierra-Morena, dove trovato aveva Cardenio, l’amico di Fernando suo amante, e, oltre ad esso, il curato ed il barbiere, celebri e fidi amici di don Chisciotte di cui erano in traccia. Venne pregata Dorotéa che tentasse ogni via per istrascinare seco l’eroe della cavalleria, ed ella, indossatasi ricca e maestosa zimarra, finse di essere la regina Micomicone, erede del gran regno Micomicone, che venisse a ritrovare don Chisciotte perché egli disfacesse il torto che le era stato fatto da un brutto gigantaccio della Guinea. Ella dunque, scoperto appena l'eroe, smontò dalla sua mula, si mise ginocchioni dinanzi a lui e si raccomandò colle lagrime agli occhi al valore del suo intrepido braccio. La vosta grande bellezza, le disse don Chisciotte, si alzi, che io le concederò il favore che dimanderà. Il barbiere stava intanto egli pure ginocchiono a canto di Dorotéa, e per non essere rioconosciuto portava una finta barba attaccata al mento, e fatta della coda di un bue che por caso trovato aveva nell'osteria.