238 |
notizie su la vita e le opere, ecc. |
|
stituito al Boccaccio questo testo di lingua; ma Vincenzo Borghini, giudice più competente, sin dal Secolo xvi, fu di avviso opposto. All’età più avanzata del nostro autore appartengono le faticose opere ch’egli ha dettate nella latina favella, cioè la Genealogia degli Dei, il libro de’ Monti, Selve, Fiumi, ecc., quello delle Donne illustri, e quello degl’Illustri infelici; opere tutte che se si rifletta alla povertà de’ tempi in cui furono scritte, risultano prodigiose, e primo lineamento di tanti posteriori lavori fattisi intorno alla mitologia, alla geografia, alla storia letteraria, alla biografia. Abbiamo infine del Boccaccio una raccolta di Rime toscane sedici Elegie latine, e alquante Lettere, tra le quali una a messer Pino de’ Rossi, ch’è modello di ragionamento e di eloquenza. Altra lettera scritta al Priore di S. Apostolo, pubblicatasi una sola volta per cura di Anton Maria Biscioni, sembraci che riuscirebbe di amenissima lettura se si potesse su buoni codici novamente collazionare. Era in fine messer Giovanni vicino al compiere de’ suoi dì quando, già disagiato e mal aitante della persona, dettava dalla cattedra di Firenze il suo dotto Commento sopra la divina Commedia, che appunto per la morte sua rimase imperfetto.