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236 | notizie su la vita e le opere |
Udeno Nisieli) che siccome gli allocchi, i barbagianni e simili uccellacci notturni ricevono abbagliamento e stupidezza dal sole, così gl’ignoranti non potendo ben penetrare l’acutezza e la profondità di un tanto libro, rimangono del lutto confusi e mentecatti. Io fo concetto che questo signor Benedetto avrebbe trafitto e pugnalato quel Paolo Beni, critico prosontuoso che dalla cattedra di Padova pronunziava, essere nella sola novella del re di Cipri, la più breve di tutto il Decamerone, sopra trenta errori di lingua e di stile, i quali poi schierò ad uno ad uno nella sua Anticrusca. Ma se le Dieci Giornate fecero salire ben giustamente il Boccaccio a fama immortale, molte altre sue opere non lo resero meno benemerito della universale letteratura.
Primo in Italia egli scrisse romanzi amorosi. Il Filocopo, sua giovanile fatica, non è certamente tra le migliori, e racchiude nel Libro quinto due Novelle, ch’egli foggiò poi di miglior veste. La Teseide è il primo poema che abbiamo in ottava rima, dall’autore inventata. L’Ameto, dello ancora Commedia delle Ninfe Fiorentine, è assai vaga operetta, frammischiata di versi e di prose, ed esemplare di quelle dateci poi dal Sannazzaro nell’Ar-