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di costanzo taverna. 213


ponevano le antiche istituzioni dilla sua patria, dovette lasciarla di bei nuovo per passare nei Veneti Stati a faro uso dei salubri bagni di Abano. Veramente amica di queste contrade fu quella stella che fra noi lo portò e che vegliò per circa altri vent'anni alla conservazione de’ suoi giorni, con noi inalterabilmente condotti per parlarci sempre colle opere e coll'esempio, per darci in sé stesso il modello del perfetto cavaliere cristiano, e per lasciarci prove di beneficenza che vuolsi adesso con qualche maggior particolarità ricordare.


Beneficenza.


Io non aveva alcun diritto alla nascita e alle ricchezze; e non è ella follia lo appropriarsi tutt’ i doni di Dio e della natura quando non si può pretendere ad alcuno di essi? Il Signore mi ha fatto io depositario di pingui somme, ma queste non sono mie ed io tengo obbligo di dispensarle a chi ne ha bisogno, prescrivendo giusti limiti alle mie brame come alle mie imprese. Alcuni vengono al mondo per non godere altre rendite fuorché quella della carità dei loro fratelli, ed altri nascono nell’abbondanza perché ab-