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di luigi cornaro. | 201 |
di questo giorno, anzi per passare in un giorno di comune giocondità a liete contemplazioni, il vivace nostro pensiere non si arresti più oltre sulla squallida stanza di un Mecenate che non è più, ma passi ormai lieto e coraggioso a quella fiorente e luminosa apprestataci da un Augusto vivente. Rivolgiamo dunque con comune accordo la menrte ed il cuore all’ottimo Imperatore e Re nostro, il quale, disserrato il campo alle cure pacifiche ed agli onesti studi, favoreggia altamente tutte quelle instituzioni che tendono a raddolcire ed a nobilitare la mente umana. Egli con braccio possente sostiene questa Accademia, egli è l’operatore della odierna sua splendidezza, egli lo sarà della sua perfezione futura Se gli animi nostri gli sono grati o riconoscenti, non venga risparmiato mai più nobile ardimento, affinché possiamo sino mostrargli, se fia possibile, che un solo Apelle e un solo Lisippo non si contano tra i veneti artisti, che, protetti dall'aura sua, riescir possono degni di tramandare a’ posteri l’augusto suo simulacro.
Cari e bennati giovani, la solennità è a voi principalmente sacra, e a voi rivolgendomi darò termine al mio Discorso. Colla voce dell'affetto più tenero vi eccito ad essere indu-