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186 delle lodi

"umane1" Valgavi, o Uditori, che lo stampatore Marcolini non era uom comunale, ma strenuo artista egli stesso, e delle meccaniche discipline così intelligente da meritarsi d’essere lodato a cielo da un Daniel Barbaro2.


  1. Questa lettera, indirizzata al Cornaro stesso colla data dell'anno 1544, sta in fronte al Libro iv dell'Architettura del Serlio, ediz. Venezia, per il Sessa, 1599, ed è stata poi riportata dal Temanza e dal Morelli nelle opere sopraccitate.
  2. Nell'opera intitolata: I marmi del Doni, Venezia, Francesco Marcolini,1552, 1555, in 4, p. iv, c. 15, trovasi il ritratto del Marcolini maestrevolmente intagliato in legno. Fu artista egli stesso e assai benemerito della tipografia per isplendide sue edizioni, e per nitidi caratteri cancellereschi di sua particolare invenzione. Gli elogi di lui ci ha fatti Daniele Barbaro leggonsi nelle sue Illustrazioni a Vitruvio, ediz. 1556, nel fine del c. xi, lib. v, e nei Comenti al c. ix, lib. ix, e al c. xii, lib. x. Anche Giuseppe Salviati, che prestava opera all'abbellimento dell'edizioni del Marcolini, lo chiamò mirabile et ingegnoso nella dedicatoria al Barbaro della rarissima sua operetta : Regole di fare la Voluta Jonica, ecc. Pietro Aretino ha stanze in lode del Marcolini ne' suoi Strambotti alla villanesca. Venezia 1544, in 8, e il Brusantino, nel c. xxix della sua Angelica innamorata, cantò che suo disegno fu quello del gran ponte