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di luigi cornaro. 181

nella pittura valoroso, nell'architettura famigerato, e molto esperto nella plastica arte. Era costui bel parlatore, franco e piacevole, e dopo aver qua e colà peregrinato, venne a ricoverarsi tra le pareli ospitali del nostro Cornaro, che gli offerì le più larghe ricognizioni. Si legarono presto gli animi in amistà vicendevole, e quindi dotti ed ameni colloqui, e quindi la famigliarità la più intima, la più cara. Una copiosa raccolta di disegni che il Falconetto avea seco recati da Roma invaghì il Cornaro talmente delle magnificenze di quella città regina, che volle in compagnia dell'amico passare ad esaminarle, l’arti ricco di desiderj; ricchissimo di dottrine tornò alla diletta sua Padova, facendo ivi costruire una magnifica loggia ornata di pitture, di statue e di quadri tolti da’ disegni di Raffaello1, e

    Falconetto, ma con migliore critica tornò poi a dettata il nostro Tommaso Temanza, che la inserà nelle sue Vite degli Architetti Veneziani. Venezia, 1778, in 4, pag. 131 e seg. Le epoche della vita del Falconetto furono poi con più esattezza di ogni altro contraddistinte dal Brandolese nel suo libro: Pitture di Padova, pag. 253 e pag. 276.

  1. Vedi Notizia d'Opere di disegno nella prima metà del secolo xvi, ecc., scritta da un Anonimo, pubblicata e illustrata da Jacopo Morelli.