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In questo solennissimo giorno, in mezzo a questo festoso apparato, dopo i dignitosi Discorsi che avete uditi, sciolgo io pure una pavida voce al cospetto vostro, eccelso signor conte Governatore, Magistrati supremi di questa città, chiarissimi Professori, Scolari ornatissimi, Uditori tutti umanissimi, e la sciolgo con grata sommissione all'orrevole incarico impostomi, adempiendo alle discipline di questa reale Accademia, le quali prescrivono che le lodi annualmente si rinnovellino di coloro i quali tra' nostri nazionali ingegni si distinsero siccome più benemeriti nelle tre divine arti del disegno.
Oggidì più mai risplendente quest'angusto tempio delle Muse, non dovrebbe immischiarsi a compiere il nubile ufficio chi le attraenti lor grazie mal conosce ed intende; ma, quanto a me, per ritrarmi men inglorioso ch’io possa dai difficil cimento, penso di vol-