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di girolamo ascanio molin. 171



tarla la quale esiger dee illimitata gratitudine per parte nostra, e, direi ancora, qualche testimonio di nazionale riconoscenza. A tutti è noto a quali usi restano riserbate le belle suppellettili dal solerte nostro socio di raccolte. Il Liceo di questa città, la pubblica Biblioteca, l'Accademia delle Belle Arti le custodiranno perpetuamente a proprio decoro, ad istruzione, ad esempio della nobile gioventù veneziana, e a testimonio dell’ultimo pegno di amore di un benefattor generoso.

Nel giorno sette dello scorso mese di maggio Girolamo Ascanio Molin, assalito da impetuosa febbre, vide imminente lo scioglimento suo dai legami di questa vita. Lo vide, e non si turbò, perché la condusse sempre intemerata ne’ rigorosi limiti prescritti al filosofo cristiano, e potè così tra le preci dei sacerdoti, tra il compianto de’ propinqui, degli amici chiudendo placidamente gli occhi per sempre, passare in seno della immutabile eternità.

Per le cose sin qui esposte senza pompa oratoria, senza eleganza di dettato, a me basterà, o egregi Accademici, d'essere nulladimeno riuscito a schierarvi dinnanzi le azioni principali della vita di un vostro socio illu-