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158 narrazione intorno alle opere


lenti, ed era essa il retaggio di Girolamo Ascanio. Egli cominciò di buon ora ad impiegare una parte delle sue fortune nella costruzione di fabbriche, nell'ospitale asilo degli uomini di lettere, nel raccogliere monumenti di arti e di scienze, e durò in lui si generosa attitudine per lutto il corso non breve della sua vita. E questa sua vita non v’ha chi possa inoltre non attestare che non fosse accompagnata da singolare lealtà, e da una sincerità senza pompa di parole, senza artifizj, e senza verun calore di esterne espressioni; di maniera che, richiesto questo personaggio di parere o di consiglio, esponeva sempre in franchi modi il suo sentimento, libero da ogni passione e senz’ombra alcuna di prevenzione. Le leggi dell'amicizia erano presso lui sacrosante, specialmente dove le vedea pure e sgombre da ogni interesse; e né il tempo, né la lontananza, né la letteraria corrispondenza interrotta, erano bastanti a punto scemare in lui la memoria di chi gli era stato caro una volta. I nomi egregi del marchese degli Obizzi di Padova, del conte Antonio Cerati di Parma, di Giacopo Giustiniani, che ora non sono più, e de’ tuttavia viventi Antonio da Ponte, Giovanni Correr, Giovanni Balbi, Giambatista Broc-