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di girolamo ascanio molin. | 157 |
del suo volto quella prudente condotta che, senza essere compagna di una timida e soverchia cautela, dà maravigliosi presagi di bella riuscita. E questa riuscita era quella che stava massimamente a cuore de’ Padri Coscritti, di quest’allora illustre Metropoli, che miravano ad accorre nel loro seno figli degni di assumer con lustro la toga patrizia.
Nell’età dalle leggi prescritta fece il nostro Molin il suo ingresso nel così detto Collegio corpo rispettabile dello stato in cui videsi ben presto decorato dell’onorevole ufficio di Savio agli Ordini. Lo sostenne egli con abilità e con applauso, temperando Un d’allora con bella industria le gravi cure del magistrato colle amene dell'uomo di buttero, e dando tai saggi, che l’ingresso gli apersero per una parte ad ufficj di maggiore importanza, e per l’altra alle adunanze delle Letterarie Accademie, allora fiorenti e in patria ed altrove.
Quella nobiltà di animo che rende, chi n'è fornito, nemico di ogni basso interesse, impenetrabile alle voci della seduzione, e inclinalo allo splendore e al generoso uso di larga fortuna, è il fregio più bello che possa ornare un personaggio distinto per nascita e per la