Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Amara ad un tempo e grata incumbenza mi deste, egregi Accademici, impegnandomi a tenervi discorso intorno ad un vostro illustre concittadino che frequentava, non ha molto, le vostre tornate, e che ora non vivo più. Io che piango in esso la perdita di un costante signore, ed amico di cinque lustri, vi rendo grazie che prescelto mi abbiate a spargere di pochi fiori la onorata sua tomba, e sebbene questi fiori sien colti da umil pratello piuttosto che da giardino vago e pomposo, fia che riescanvi nientedimeno accolti, e li troviate non privi di deliziosa fragranza. Non è intenzione mia di tesservi in quest'oggi l'Elogio di Girolamo Ascanio Molin, ma io mi propongo di affisar alcun poco il tenore della sua vita politica e letteraria, le morali qualità, i virtuosi costumi, e quelle disposizioni colle quali egli ha saputo coronare il mortale suo corso, disposizioni che risveglieranno i ben composti animi vostri a sentimenti di considerazioni e di affetto.