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134 elogio funebre


tesse nuocere all’ordine pubblico, alla morale, alla religione. Il pio e dotto Vescovo nostro, che abbiamo non ha guari perduto8, teneramente lo amava e sinceramente apprezzavalo, perché appunto nella stagione più licenziosa egli dimostrò il cuore più sodamente attaccato alla patria, e più disposto alle sociali virtù. Il principe Abondio Rezzonico, senatore di Roma, uomo di alti e rigidi sensi che annualmente passava dal Campidoglio a godere degli ozj di questa sua dilettosissima Tempe, spandeva il suo cuore in quello dell’amico che per antichi legami, da questo aere purissimo alimentati, gli era sempre più caro. Si dolci vincoli ne si formano mai, né sono durevoli se non traggono la loro sorbente da reciproca stima e da bella confermazione dell’animo alla virtù; e sì onorevoli relazioni poss’io bene rispondervi che si valutarono nella capitale del regno italico, quando egli intervenne ai collegj elettorali dove chiarissimi personaggi lo circondavano, e felicitavano la sorte della nostra Bassano che fosse in possesso di così ottimo cittadino.

Che se ho toccate di volo le qualità dell'ottimo cittadino, ed ho fatto conoscere tale il nostro Giuseppe al cospetto della sua pa-