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di giuseppe remondini. 131


coll’opera, o con ogni offerta più idonea. Avevate voi festività straordinarie? Vi ricordo quant'egli ha fatto in occasione della solenne beatificazione di Giovanna Maria Bonomo. Era il tempio votivo per sua diligenza ornato d'insolita pompa, eran feste, accademie, spettacoli nella città, gente straniera calcava in bulima le vostre strade, e beati giorni furono quelli ch’egli vi procacciò in così lieta solennità4. Volevate voi spargere di fiori le ceneri dei più illustri vostri concittadini? Morì fra noi il nostro ab. Giambatista Roberti, la cui fama è sì estesa, e Giuseppe gli ordì un elogio funebre che onorò il suo cuore e il suo ingegno, e che disse tutto commosso nelle sue esequie solenni5. Morì fuori del patrio letto il nostro diligentissimo storico Giambatista Verci, e Giuseppe, suo amico e suo estimatore, volle a sue spese rendergli con funereo apparato gli ultimi onori6. Eravi a grado che personaggi i più illustri fossero tra voi ben accolti? È inutile che io vi ripeta, ch'egli, ornamento della città e per la splendidezza ne' conviti, e per la cultura e amabilità nelle maniere, sapeva bene uomini di lettere celebratissimi, e uomini di alti e principeschi natali accogliere e ricettare.