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112 discorso per la instituzione


ricolosa e fatale. Questa disciplina, ch’io vi tratteggio in iscorcio, e che potreste vedere svolta maestrevolmente nella recente opera di un chiarissimo letterato il cav. Rosmini, non avrebbe peravventura prodotte tante frutta rigogliose e felici, se il nostro Feltrense non fosse stato diligente nell’accoppiarsi il proprio esempio; e se uomo sommo, com'egli era, pure trattandosi di un’età tenerella non avesse saputo conformarsi all’ingegno dello scolare: come chi ha il passo veloce, se accompagna un fanciullo, il cammino tosto rallenta, né si avanza più di quello che il comporti il suo picciol compagno.

E qui io da voi mi congedo, ottimi precettori, lasciando in Vittorino da Feltre l’antesignano del vostro rispettabile ufficio per tutte quelle incumbenze che più particolarmente possono appartenervi, e riservando una parte di esse ai genitori amorosi, ai quali or mi rivolgo, pregandoli a volermi prestare seria attenzione.

E per nostra indole umana, e per ogni interesse sta in sul cuore di noi genitori il più felice sviluppo, e la migliore riuscita della nostra prole. E di fatto, coll'averne ogni più attento governo noi prociuriamo il nostro stesso